“… uno dei pochissimi comuni meridionali che attua una politica di sviluppo del territorio legata ad una visione nobile della politica. Non l’ideuzza di costruire qualche strada o di asfaltarne qualcun’altra, di cambiare i lampioni o costruire un lungomare più o meno bello, magari con parcheggi e servizi. A San Nicola Arcella si tenta di sviluppare il territorio valorizzando nel modo giusto le risorse del territorio, la cultura che il territorio esprime e tenendo come faro il rispetto dell’Ambiente.”
L’amministrazione comunale all’Europa: <<Dateci i soldi, li spenderemo bene>> Madeo: <<Senza auto e con tanto verde. Questa è la nostra rivoluzione>>
San Nicola Arcella si candida ad essere uno dei pochissimi comuni meridionali che attua una politica di sviluppo del territorio legata ad una visione nobile della politica. Non l’ideuzza di costruire qualche strada o di asfaltarne qualcun’altra, di cambiare i lampioni o costruire un lungomare più o meno bello, magari con parcheggi e servizi. A San Nicola Arcella si tenta di sviluppare il territorio valorizzando nel modo giusto le risorse del territorio, la cultura che il territorio esprime e tenendo come faro il rispetto dell’Ambiente. Anche le linee di politica economica sono state scelte puntando sulla vera risorsa del territorio: il turismo.
L’idea progettuale è basata su un determinato tipo di turismo. E anche questa è una scelta saggia. E’ un errore grossolano realizzare opere per tutti. Il target deve essere sempre ben individuato se si vuole avere qualche possibilità di successo.
Un esempio? Se San Nicola decide di mettere al bando le automobili e favorire percorsi ciclabili o passeggiate pedonali, sceglie un determinato tipo di turista. Se San Nicola decide il recupero delle gallerie dismesse delle Ferrovie dello Stato installando attrezzature museali o perseguendo l’idea di una mobilità sostenibile, sceglie un determinato tipo di turista.
Questo è quanto sta succedendo nel borgo.
Pensare ad un intervento del genere così complesso non tanto sotto il profilo tecnico, ma soprattutto sotto il profilo sociale e culturale è cosa da grandi amministratori.
In Calabria ci sono stati molti pregevoli interventi di recupero dei centri storici, spesso riusciti alla perfezione, ma mai un progetto di largo respiro che fosse inquadrato in una visione d’insieme che raggruppasse tutti i possibili modi di creare sviluppo e che avesse una visione totale del territorio.
In realtà ci fu un’altra città che agì in questo modo. E’ stata la Rende degli anni ’60 quando l’amministrazione del tempo chiede all’architetto Empio Malara di disegnare la nuova città non pensando solo ai metri quadri per metro cubo, ma pensando allo sviluppo del territorio. E Rende è stata protagonista, nuovamente nel 2001, del varo di un piano regolatore “visionario” che, probabilmente, ne farà tra qualche anno una delle città meridionali più vivibili e più a misura d’uomo. Ma torniamo a San Nicola Arcela. In tema di visione, una cosa che colpisce, rara dalle nostre parti, è la previsione a crescita zero di nuovi fabbricati. Insomma ragazzi, se volete stare qua, aggiustate le case vecchie, altrimenti arrivederci e grazie. Un messaggio coraggioso.
E così la giunta comunale ha deciso di percorrere la strada del concorso di idee per realizzare quella che non sembra più, oramai, un’utopia. Le linee guida sono due. “Sloways” e “Greenway”. Potremmo tradurle con “camminare lentamente nel verde”.
<<Il progetto Sloways – dice il vicesindaco, Eugenio Madeo – prevede la riorganizzazione degli spazi destinati alla sosta in punti strategici del territorio comunale in prossimità di nodi di interscambio con vettori di trasporto appartenenti alla mobilità sostenibile. Nel progetto il parcheggio in località “I Pozzi” è deputato a svolgere il compito di ammortizzatore delle disfunzioni organiche urbane, collocato com’è a ridosso del Centro Storico e dell’aggregato urbano consolidato ed assume una valenza primaria nella strategia di riduzione del traffico veicolare nel centro e nelle zone a mare. L’altra area individuata in prossimità del Campo Sportivo, rappresenta il primo sistema di interscambio modale che si incontra dall’uscita sud della SS 18. Le funzioni dei due Poli Intermodali sono strategiche per accompagnare i visitatori verso nuovi itinerari di viaggio turistico-culturali: Il Palazzo del Principe, la Torre Crawford ed il nuovo Lungomare>>.
– La Greenway cosa prevede?
<<Le attività previste sono molteplici e potrebbero trovare le precondizioni ottimali per aumentare la vivibilità degli spazi urbani ed innescare al contempo virtuosi cicli di rilancio dell’economia locale e non solo, lungo l’asse attrezzato della mobilità sostenibile. Il nuovo Lungomare inteso come seafront, waterfront, promenade, caratterizzato da un impianto morfologico attrezzato per l’accesso al sistema spiaggia, siglato da lente sinusoidi differenziate per colore, ciclabile e pedonale, è scandito da dune artificiali e palizzate che si adagiano sulla spiaggia, rafforzando le funzioni di riparo dai venti salsi e dall’azione abrasiva della sabbia, funzioni ad oggi espresse dal muretto in cemento che viene inglobato, a tratti divenendo una formidabile barriera naturale ai moti ondosi straordinari del mare. Con il progetto si restituisce nuova vita a spazi oggi considerati di risulta, che vengono restituiti alla popolazione per attrezzature per lo sport (campi da tennis, da bocce e da beach volley) ed il gioco (aree ludiche per i più piccoli). La progettazione del nuovo lungomare ha preservato gli ambiti relativi alle aree oggetto di concessioni demaniali esistenti, lasciandone intatte le tipologie e le dimensioni>>.
– E i soldi? Dove li trovate?
<<Li chiederemo all’Europa. Si avvicina la scadenza del 31 dicembre 2015 per la rendicontazione della spesa operata sui fondi comunitari del programma 2007-2013. C’è il rischio concreto che alcune somme, non rendicontabili, debbano essere restituite. Noi siamo pronti a spendere subito e bene. Lo abbiamo già dimostrato nella realizzazione degli interventi per il recupero e la valorizzazione del centro storico, completando i lavori con largo anticipo sulle scadenze contrattuali e consentendo la fruizione di gran parte degli spazi interessati già l’estate appena trascorsa. Il recupero e la riqualificazione di aree di grande pregio e valore paesaggistico, come il belvedere “La Villa”, e di spazi e percorsi all’interno del Centro Storico, limitando il traffico veicolare, hanno consentito lo sviluppo di numerose attività commerciali, per lo svago ed il tempo libero, per attività culturali, facendo registrare un aumento notevole delle presenze turistiche, con positive ricadute economiche sul sistema produttivo locale>>.
di Gianfranco De Franco
Il Quotidiano del Sud 07.11.2014