“Il bluff di Renzi sugli 80 euro è ormai sotto gli occhi di tutti. Dopo le bacchettate al decreto Irpef arrivate dai tecnici del Senato, arriva il dossier del servizio studi della Camera che mette in evidenza i buchi e le incongruenze di un provvedimento pensato soprattutto per la campagna elettorale del presidente del Consiglio.
Di seguito i principali rilievi operati dagli analisti di Montecitorio:
1) I dati usati per le simulazioni del bonus Irpef risalgono al 2011, nel frattempo però la platea dei soggetti interessati potrebbe essere mutata in modo significativo sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista del reddito di riferimento di ciascun soggetto. Dunque i conti (6,6 miliardi per 10 milioni di cittadini) potrebbero essere sballati
2) Per il taglio Irap del 10% il governo ha stimato un minor gettito in 2,05 miliardi di euro. Ma in realtà l’Irap del settore privato vale complessivamente 24,8 miliardi nel 2013 e dunque un taglio effettivo del 10% vale circa 2,5 miliardi
3) Il dossier esprime dubbi sulla stima effettiva della rivalutazione delle quote di Bankitalia, la cui tassazione rappresenta una delle coperture chiave degli 80 euro. I tecnici della Camera hanno dubbi sul valore di 6,9 miliardi di euro riferiti dal governo
4) La rivalutazione delle quote Bankitalia è una misura una tantum e quindi non strutturale
5) Dubbi pure sui tagli alle partecipate [continua a leggere…]
6) L’ennesimo taglio alle dotazioni dei Comuni potrebbe mettere a rischio le loro funzioni fondamentali
7) Al Senato è slittata al 2016 la norma che riguarda l’obbligo di pubblicare i bandi e avvisi di gara solo online e non più sui giornali. Questo potrebbe far mancare 75 milioni di euro
8) Il governo non ha valutato la possibilità che gli investitori fuggano dalle attività finanziarie la cui tassazione passa dal 20 al 26%: gettito aggiuntivo a rischio
9) Scabroso capitolo Tasi: in considerazione dello slittamento dei termini per i Comuni che non hanno deliberato le aliquote, lo Stato potrebbe rimetterci nel meccanismo di anticipazione delle risorse che poi saranno restituite dai Comuni. E’ lo Stato, infatti, che copre gli interessi di tesoreria per conto dei sindaci
10) Dubbi sull’extragettito Iva da 650 milioni che dovrebbe scaturire dalla restituzione di 5 miliardi di debiti della Pa ai fornitori
Risultato? Il decreto è arrivato blindato alla Camera dopo essere rimasto fermo per quasi 50 giorni al Senato. E’ l’ennesima umiliazione ai danni del Parlamento. Se ci fosse stato spazio per una vera discussione, il M5S avrebbe proposto un allargamento del bonus alle fasce escluse per il 2014 e, per l’anno prossimo, un vero e proprio reddito di cittadinanza. Inoltre, avremmo chiesto di parametrare il taglio Irap in modo da favorire le Pmi e di sostenere le obbligazioni emesse dalle aziende. Il decreto contiene la possibilità di sforare il patto di bilancio facendo fino a 40 miliardi di nuovo debito. Il M5S avrebbe utilizzato queste risorse per vere riforme strutturali e spesa produttiva, non per contentini e mancette elettorali.”M5S Camera