1) L’Unità metteva in prima pagina Verdini e Cosentino definendoli INDECENTI
2) La Repubblica pubblicava un pezzo su Denis Verdini a firma Alberto Statera. Leggete cosa scriveva:
“L’uomo di Campi Bisenzio (si tratta di Verdini), banchiere in affari col pregiudicato Flavio Carboni, e quindi con tutti i suoi soci trafficanti, eredi della banda della Magliana, indignato, ci ha annunciato una querela, peraltro mai giunta a destinazione, quando scrivemmo di quella massoneria fiorentina che, a detta di molti, lui rappresentava. Disse che non facevamo che raccogliere “insinuazioni, falsità, imprecisioni e malizie” sul suo sacro corpo. Se così fu, ci perdoni per questa volta il Triumviro. O, se preferisce, venga per favore in Tribunale, magari a spiegarci come funzionava la sua banca. Purché, per un minimo rispetto alle istituzioni della repubblica, lasci stamattina stessa la carica di coordinatore del primo partito italiano”.
Oggi quel Verdini dà i suoi voti alla riforma Boschi e in cambio ottiene poltrone (e sicuramente qualche futuro provvedimento ad personam). Inoltre con quel Flavio Carboni ci va a parlare il padre della Boschi, per chiedergli aiuto su Banca Etruria.
Mi viene il vomito. Per i politici ormai ridotti a loschi affaristi, per la massoneria che poco a poco si fa Stato, per i conflitti di interesse osceni e ancor di più per la disonestà intellettuale di certi quotidiani, veri cani da guardia di un sistema corrotto, che oggi per interesse personale preferiscono voltarsi dall’altra parte.
Alcuni giornalisti comportandosi così forse manterranno un posto di lavoro, ma di lavoro per i loro figli ce ne sarà sempre meno.
Alessandro Di Battista